The National Times - Cristina Zavalloni interpreta Pierrot Lunaire di Schoenberg

Cristina Zavalloni interpreta Pierrot Lunaire di Schoenberg


Cristina Zavalloni interpreta Pierrot Lunaire di Schoenberg
Cristina Zavalloni interpreta Pierrot Lunaire di Schoenberg

Il 30/9 a Bologna la versione in italiano di Marcello Panni

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La rassegna Exitime 2024 promossa dal FontanaMIX Ensemble di Bologna, dedicata al centenario della nascita del compositore veneziano Luigi Nono, prosegue lunedì 30 settembre alle 20.30 nel luogo solito della ex Chiesa di San Mattia, con l'esecuzione del "Pierrot Lunaire" di Arnold Schoenberg. Protagonista, Cristina Zavalloni, interprete della nuovissima versione ritmica in italiano dell'opera del compositore austriaco, curata da Marcello Panni. Il 2024 segna, infatti, anche il 150/o anniversario della nascita di Schoenberg che di Nono fu il suocero. Inoltre, sempre quest'anno, si celebrano i cento anni della prima esecuzione italiana del Pierrot Lunaire, che avvenne proprio nel 1924, a Firenze. Agli infiniti possibili (da Luigi Nono all'Intelligenza Artificiale), questo il titolo della rassegna bolognese, ha in programma, oltre al capolavoro di schoenberghiano, anche musiche di compositori contemporanei come George Crumb e Olga Neuwirth: "Ghost-Nocturne for the Druids of Stonehenge" per pianoforte e "Tintarella di luna cold song" per controtenore e pianoforte. Alle 18 dello stesso giorno, il concerto sarà preceduto da un incontro con il compositore e direttore Marcello Panni che introduce il pubblico a questa prima esecuzione assoluta del Pierrot Lunaire in lingua italiana. "I compositori come Schoenberg e Stravinskij, lo sappiamo da lettere e testimonianze, - spiega Marcello Panni - esigevano che le loro opere teatrali fossero tradotte nella lingua degli ascoltatori, pensando che la comprensione delle parole fosse importante quanto le note. Il Pierrot Lunaire, scritto per un'attrice di cabaret berlinese, ha l'intenzione evidente di divertire il pubblico con i suoi versi bizzarri e grotteschi. Nella partitura sono riportate le indicazioni precise di Schoenberg per l'interpretazione, che "in ogni caso non deve mai ricordare il canto" né "il parlato realistico e naturalistico", ma integrarsi con la musica strumentale. Le ventuno poesie, diverse ognuna per carattere e spirito, diventano così altrettanti spunti per quadretti teatrali, da realizzare in parallelo anche visivamente, nello spirito di un moderno cabaret".

V.Bennett--TNT