Utilitalia, il divieto all'agrivoltaico è un danno
"Ci voleva flessibilità per le aree agricole non più produttive"
"Riteniamo che il Dl Agricoltura, col divieto dell'agrivoltaico a terra, sia un danno per l'Italia. Nessuno vuole una conversione selvaggia dei terreni agricoli, ma andrebbe fatto un ragionamento sulle aree agricole non più in produzione, che potrebbe essere conveniente convertire al fotovoltaico. Invece il divieto generalizzato non permette valutazioni economiche, non ha la flessibilità necessaria". Lo ha detto all'ANSA il direttore generale di Utilitalia, Giordano Colarullo. Per Colarullo "attendiamo ancora il decreto sulle aree idonee per le rinnovabili, e con questo provvedimento si riducono le potenziali aree di sviluppo". Il decreto legge approvato ieri in Consiglio dei ministri consente di mettere i pannelli sui terreni agricoli solo se sollevati da terra, in modo da permettere le coltivazioni. "Vedremo quanti ne metteranno, visto che sono più costosi di quelli a terra - commenta il direttore generale di Utilitalia -. Pensiamo che se ne installeranno meno, e questo metterà a rischio gli obiettivi di rinnovabili del Pniec (il Piano nazionale energia, n.d.r.)". "Non mettiamo in discussione l'obiettivo del governo di tutela dell'agricoltura - ha concluso Colarullo -, ma contestiamo il percorso scelto, un divieto generalizzato, senza flessibilità per fare valutazioni economiche. Se il governo voleva difendere la destinazione agricola dei terreni, poteva pensare a incentivi per quegli agricoltori che vogliono convertire i loro fondi al fotovoltaico perché poco redditizi".
T.F.Russell--TNT